Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Cinque di novembre “cupa” serata d’autunno inoltrato.

13/11/2013 10116 lettori
4 minuti

Si era in attesa che dessero inizio all’incontro, quando è stata fatta una considerazione: «Gli italiani non hanno la vocazione a intraprendere». Convincimento sbagliato: «Tanti nei secoli sono stati gli italiani animati da vocazione imprenditoriale». Tuttora perfino i giovani hanno il pallino, il chiodo fisso, la «vocazione», di fare impresa.

Solo un coinvolgimento corretto può vederci inclini ad agire per ottenere qualcosa per raggiungere il proprio scopo: nel caso specifico, più predisposti ad assimilare e assumere «la disposizione che intende contestualmente contribuire allo sviluppo di nuova cultura imprenditoriale, alla creazione di un ecosistema maggiormente favorevole all'innovazione, così come a promuovere maggiore mobilità sociale e ad attrarre in Italia talenti e capitali dall'estero».  

A tal proposito fondamentale la necessità di interagire: agire mutuamente, reciprocamente; istruire un’azione o avere un’influenza l’uno sull’altro; il tutto basato sull’aggregazione, sul coinvolgimento corretto e l’interazione dell’uno con l’altro. Compito principale l'esplorazione, curiosità senza limiti: studiare il contesto e aprirsi alle novità siano asse tecnologiche  che culturali.

«Leonardo riteneva che compito principale dell'artista fosse l'esplorazione della natura intesa come un immenso essere vivente. Mentre la cultura dell'epoca si basava sui modelli dei maestri antichi, Leonardo si fidava solo dei suoi occhi e della propria esperienza. La sua curiosità era senza limiti».

 

 Foto www.faidatemania.it

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.