Cinque di novembre “cupa” serata d’autunno inoltrato.
Si era in attesa che dessero inizio all’incontro, quando è stata fatta una considerazione: «Gli italiani non hanno la vocazione a intraprendere». Convincimento sbagliato: «Tanti nei secoli sono stati gli italiani animati da vocazione imprenditoriale». Tuttora perfino i giovani hanno il pallino, il chiodo fisso, la «vocazione», di fare impresa.
Solo un coinvolgimento corretto può vederci inclini ad agire per ottenere qualcosa per raggiungere il proprio scopo: nel caso specifico, più predisposti ad assimilare e assumere «la disposizione che intende contestualmente contribuire allo sviluppo di nuova cultura imprenditoriale, alla creazione di un ecosistema maggiormente favorevole all'innovazione, così come a promuovere maggiore mobilità sociale e ad attrarre in Italia talenti e capitali dall'estero».
A tal proposito fondamentale la necessità di interagire: agire mutuamente, reciprocamente; istruire un’azione o avere un’influenza l’uno sull’altro; il tutto basato sull’aggregazione, sul coinvolgimento corretto e l’interazione dell’uno con l’altro. Compito principale l'esplorazione, curiosità senza limiti: studiare il contesto e aprirsi alle novità siano asse tecnologiche che culturali.
«Leonardo riteneva che compito principale dell'artista fosse l'esplorazione della natura intesa come un immenso essere vivente. Mentre la cultura dell'epoca si basava sui modelli dei maestri antichi, Leonardo si fidava solo dei suoi occhi e della propria esperienza. La sua curiosità era senza limiti».
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